Ipnosi: cos’è, come funziona e come può migliorare la tua vita

L’ipnosi è uno di quei temi che affascinano e spaventano al tempo stesso. Chi non ha mai visto un film in cui un ipnotista misterioso prende il controllo della mente di qualcuno? Oppure sentito storie su persone che, dopo una seduta ipnotica, si risvegliano senza alcun ricordo di ciò che è accaduto?

Queste immagini appartengono più alla narrativa che alla realtà. L’ipnosi non è magia, non è controllo mentale e non è perdita di coscienza. È, invece, una tecnica psicologica basata su processi neurocognitivi ben studiati, che aiuta a modificare percezioni, emozioni e comportamenti attraverso un uso mirato della focalizzazione dell’attenzione e della suggestione.

L’American Psychological Association (APA) definisce l’ipnosi come “uno stato di coscienza che coinvolge un’attenzione focalizzata e una riduzione della consapevolezza periferica, accompagnata da una maggiore capacità di rispondere alle suggestioni”.

Malgrado ciò, l’ipnosi è sempre stata circondata da un alone di mistero perché il suo funzionamento è spesso controintuitivo. Se una persona in ipnosi può sperimentare una riduzione del dolore senza farmaci o persino convincersi che un cubetto di ghiaccio sia bollente, sembra quasi che la mente venga “ingannata”. In realtà, il cervello non viene ingannato, ma impara a interpretare le informazioni in modo diverso.

Eppure, lo scetticismo sull’ipnosi è ancora molto diffuso, soprattutto perché spesso viene confusa con spettacoli di intrattenimento. Questo articolo ti aiuterà a capire come funziona davvero, quali sono le sue applicazioni cliniche e se può essere lo strumento giusto per te.

Indice

Cos’è l’ipnosi? Una spiegazione chiara e scientifica

L’ipnosi è uno stato di coscienza modificato in cui l’attenzione diventa più focalizzata, la mente si apre maggiormente alle suggestioni e si attivano meccanismi psicologici e neurologici che facilitano il cambiamento.

Ma cosa significa esattamente?

Molti pensano che essere in ipnosi significhi dormire o perdere il controllo, ma questo è un equivoco. L’ipnosi non è uno stato di incoscienza, anzi, è un’esperienza caratterizzata da un’attenzione intensa e una maggiore disponibilità a sperimentare nuove prospettive. Se hai mai guidato per chilometri senza accorgertene o sei stato così immerso in un libro da non sentire chi ti parlava, hai già vissuto esperienze simili alla trance ipnotica.

Il termine “ipnosi” è stato coniato nel XIX secolo da James Braid, un medico scozzese, che scoprì che alcune persone potevano entrare in uno stato di profonda concentrazione simile al sonno, ma mantenendo al tempo stesso una capacità di risposta estremamente elevata. Oggi sappiamo che l’ipnosi non ha nulla a che vedere con il sonno, ma è piuttosto uno stato di iper-consapevolezza selettiva.

Le ricerche moderne hanno confermato che durante l’ipnosi il cervello funziona in modo diverso rispetto allo stato di veglia ordinario. Le tecniche di neuroimaging hanno mostrato che l’ipnosi modifica l’attività di aree cerebrali coinvolte nel controllo dell’attenzione, nella regolazione delle emozioni e nella percezione sensoriale​.

L’ipnosi è una tecnica clinica più che validata dalla scienza

Cosa succede al cervello durante l’ipnosi?

Grazie agli studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) e elettroencefalografia (EEG), oggi sappiamo che l’ipnosi coinvolge diverse aree del cervello.

  1. Corteccia cingolata anteriore: coinvolta nella regolazione dell’attenzione e nella gestione del dolore. Durante l’ipnosi, quest’area si attiva maggiormente, rendendo il cervello più ricettivo alle suggestioni (Raz, 2011).
  2. Corteccia prefrontale: responsabile della pianificazione e del controllo delle azioni. Si osserva una riduzione della sua attività, il che spiega perché sotto ipnosi alcune azioni sembrano “automatiche” e non richiedono sforzo consapevole (Oakley & Halligan, 2013).
  3. Insula e sistema limbico: aree legate alle emozioni e alla percezione corporea. L’ipnosi può influenzare direttamente il modo in cui il cervello interpreta le sensazioni fisiche, motivo per cui viene utilizzata per la gestione del dolore​.

Uno degli esperimenti più noti condotti nel campo delle neuroscienze dell’ipnosi ha dimostrato che, quando una persona in ipnosi viene suggerita di percepire un cubetto di ghiaccio come estremamente caldo, il suo cervello attiva le stesse aree che si attiverebbero se realmente toccasse un oggetto incandescente (Faymonville et al., 1995). Questo dimostra che le suggestioni ipnotiche non sono “immaginazione”, ma hanno un impatto reale sulle risposte neurali.

L’ipnosi è uno stato naturale

Molti si chiedono: “Ma io sono ipnotizzabile?” La risposta è sì, tutti lo sono, anche se con gradi diversi di suscettibilità.

L’ipnosi è uno stato mentale che tutti sperimentiamo quotidianamente, spesso senza rendercene conto. Ad esempio:

  • Quando siamo immersi in un libro o in un film al punto da dimenticare il tempo.
  • Quando guidiamo in “pilota automatico” e arriviamo a destinazione senza ricordare il percorso.
  • Quando siamo assorbiti dai nostri pensieri e non sentiamo qualcuno che ci chiama.

Queste esperienze mostrano come la nostra attenzione possa diventare altamente focalizzata e selettiva, proprio come avviene durante una sessione di ipnosi.

C’è da chiarire che l’ipnosi che sperimentiamo nella vita di tutti i giorni è un fenomeno naturale, ma in una seduta di ipnosi clinica, questo stato viene guidato in modo strutturato per ottenere un cambiamento positivo.

I principi psicologici alla base dell’ipnosi: perché funziona?

Abbiamo visto che quando una persona entra in uno stato ipnotico, il suo cervello attraversa una serie di cambiamenti; questi facilitano l’apprendimento, la modifica delle abitudini e la gestione delle emozioni. Ma cosa succede esattamente? Vediamo i principali principi psicologici alla base dell’ipnosi.

L’attenzione focalizzata: il segreto della trance

Uno degli elementi chiave dell’ipnosi è la concentrazione totale. Normalmente, la nostra attenzione è divisa tra mille pensieri, stimoli esterni e distrazioni. L’ipnosi riduce questa dispersione e canalizza l’attenzione su un’unica esperienza mentale. In breve:

  • Il cervello filtra le informazioni non essenziali, permettendo una maggiore assorbimento delle suggestioni.
  • Si crea un’iper-connessione con le immagini mentali, rendendo più facile accettare nuove idee.
  • L’esperienza diventa più intensa e reale, perché la mente ipnotica tratta le suggestioni come se fossero esperienze vissute.

Il bypass del fattore critico: come l’ipnosi supera le resistenze

Il nostro cervello è costantemente impegnato a valutare e filtrare informazioni, decidendo quali credere e quali scartare. Questo filtro è chiamato “fattore critico”, ed è il motivo per cui a volte è difficile cambiare abitudini o convinzioni, anche quando razionalmente lo desideriamo.

L’ipnosi aiuta a bypassare questo filtro e ad accedere direttamente alle risorse inconsce, dove sono immagazzinati schemi comportamentali e credenze profonde.

Ad esempio, se una persona ha paura di parlare in pubblico, il suo fattore critico potrebbe dirgli: “Non sei bravo, le persone ti giudicheranno”.

Ma in ipnosi, si può sostituire questa credenza con un’altra più utile: “Sei sicuro di te, il pubblico è interessato a ciò che dici”.

Secondo Kirsch & Lynn (1999), la suggestione ipnotica funziona perché riduce il controllo consapevole, permettendo alla mente inconscia di accogliere nuove informazioni senza opposizioni.

Le neuroscienze hanno ampiamente validato l’efficacia dell’ipnosi

Il potere della suggestione: come le parole modellano la realtà

Uno degli aspetti più affascinanti dell’ipnosi è che le parole possono modificare le percezioni. Questo principio è legato al fenomeno della suggestione, che è alla base di molte dinamiche psicologiche quotidiane.

Anche in questo caso, vediamo in modo chiaro e semplice:

  • Le parole possono generare esperienze sensoriali: Se in ipnosi ti viene detto che stai tenendo in mano un cubetto di ghiaccio, potresti davvero sentire il freddo.
  • Allo stesso tempo le suggestioni influenzano il comportamento: Dire a una persona ipnotizzata “Ti sentirai più sicuro ogni giorno” può portare a un cambiamento tangibile nel suo atteggiamento.
  • Questo perché si attivano gli stessi circuiti cerebrali dell’esperienza reale: ulteriori studi di neuroimaging hanno dimostrato che quando una persona in ipnosi immagina di muovere una mano, le stesse aree motorie del cervello si attivano come se la stesse muovendo realmente (McGeown et al., 2012).

Questo spiega perché l’ipnosi è così efficace nel migliorare la performance, ridurre il dolore e modificare convinzioni limitanti.

Il principio dell’associazione e della neuroplasticità

Il cervello umano è programmato per creare connessioni tra esperienze, emozioni e comportamenti. Questo principio è noto come condizionamento associativo, studiato da Pavlov nel XX secolo.

In ipnosi, possiamo modificare queste associazioni:

  • Se il fumo è associato a relax, l’ipnosi può creare una nuova associazione tra relax e respirazione profonda.
  • Se il sesso è vissuto con ansia, l’ipnosi può ricollegarlo a sensazioni di piacere e sicurezza.

La neuroplasticità permette alla mente di riorganizzarsi, dato che :

  • Il cervello non è statico, ma può formare nuove connessioni.
  • Quindi, attraverso ripetute esperienze ipnotiche, i nuovi schemi possono diventare permanenti, portando a cambiamenti stabili nel tempo.

Questi principi sono stati confermati dagli studi di neuropsicologia applicata, mostrando che l’ipnosi può influenzare plasticità neurale, memoria e apprendimento.

Il principio dell’identificazione e della dissociazione

L’ipnosi può funzionare anche attraverso due processi opposti:

  1. Identificazione: Il soggetto assume un nuovo stato mentale come se fosse già suo (ad esempio, “Ora sei sicuro di te”).
  2. Dissociazione: Il soggetto si distacca da esperienze o emozioni negative (ad esempio, “Immagina di osservare la tua ansia da lontano, come se fosse un film”).

Questa tecnica è molto utilizzata per trattare fobie, ansia e dolore cronico, perché aiuta le persone a modificare la relazione con le proprie esperienze interne.

Perché l’ipnosi è così efficace?

L’ipnosi funziona perché utilizza principi psicologici potenti, che la rendono uno strumento efficace per il cambiamento. Grazie a:

  • L’attenzione focalizzata, che amplifica la ricezione delle suggestioni.
  • Il bypass del fattore critico, che permette di superare resistenze inconsce.
  • La suggestione, che modifica percezioni e comportamenti.
  • L’associazione e la neuroplasticità, che rendono i cambiamenti duraturi.
  • L’identificazione e la dissociazione, che trasformano il rapporto con emozioni e ricordi.

Questi meccanismi spiegano perché l’ipnosi è scientificamente provata ed efficace per ansia, dolore, abitudini indesiderate e miglioramento della performance. Ma entriamo più nel dettaglio di questi aspetti!

L’ipnosi è estremamente versatile e si adatta a vari contesti terapeutici

A cosa serve l’ipnosi? Applicazioni pratiche e terapeutiche

A questo punto dovrebbe essere chiaro in che modo l’ipnosi influisce sul cervello e quali sono gli effetti psicologici che attiva. Quindi potresti pensare: “Tutto molto bello, Umberto! Ma in che modo è utile? A che cosa serve?

La risposta è un po’ elaborata, dato che sono molte le situazioni in cui l’ipnosi può davvero fare la differenza. E voglio fartele scoprire nelle prosisme righe una per una!

Gestire l’ansia e lo stress: ritrovare il controllo

L’ipnosi è una delle tecniche più efficaci per ridurre l’ansia e lo stress, aiutando le persone a sviluppare uno stato mentale più rilassato e resiliente.

Ma come funziona?

  • Regola il sistema nervoso: L’ipnosi riduce l’attivazione dell’amigdala, la parte del cervello coinvolta nella risposta allo stress e alla paura.
  • Riprogramma le risposte emotive: Attraverso la suggestione, è possibile modificare il modo in cui il cervello reagisce agli stimoli ansiogeni.
  • Migliora la respirazione e la consapevolezza corporea: Tecniche di visualizzazione e rilassamento aiutano a spezzare il ciclo dello stress cronico.

Studi clinici dimostrano che l’ipnosi è particolarmente utile per chi soffre di disturbo d’ansia generalizzata, ansia sociale e attacchi di panico (Lynn et al., 2010).

Esempio pratico: Se hai mai sentito il cuore accelerare senza un motivo apparente o l’ansia bloccarti in situazioni quotidiane, l’ipnosi può insegnarti a riprogrammare la tua reazione allo stress, restituendoti il controllo.

Superare paure e fobie: quando la mente blocca il corpo

Le fobie sono paure intense e irrazionali che spesso limitano la vita delle persone. Dalla paura di volare all’ansia da prestazione, l’ipnosi può essere una chiave per superare queste reazioni automatiche.

Ma perché è efficace?

  • Permette la dissociazione emotiva: Durante l’ipnosi, il cervello può separare la paura dalla situazione che la scatena, riducendo gradualmente la risposta fobica.
  • Crea una desensibilizzazione progressiva: Con l’uso di immagini mentali controllate, il paziente si abitua all’oggetto della sua paura in un ambiente sicuro.
  • Modifica le associazioni mentali: Se la paura è stata appresa in passato, può essere “riappresa” in modo diverso grazie all’ipnosi.

Ad esempio, se un paziente ha una fobia dei cani, attraverso l’ipnosi può essere guidato a immaginare un incontro positivo con un cane, cambiando gradualmente la sua reazione emotiva. Studi dimostrano che in molti casi il cambiamento avviene in poche sedute (Woody & Szechtman, 2011).

Cambiare abitudini indesiderate: smettere di fumare, perdere peso, dormire meglio

Uno dei campi più conosciuti dell’ipnosi è il cambiamento delle abitudini, specialmente quando si tratta di comportamenti automatici come fumare, mangiare in eccesso o soffrire di insonnia.

Fumo: L’ipnosi lavora sul desiderio inconscio di fumare, spezzando il legame tra sigaretta e piacere. Uno studio pubblicato su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis ha dimostrato che l’ipnosi ha un tasso di successo del 50-60% nei fumatori altamente motivati. Questi risultati aumentato con l’aumentare delle sessione sino a raggiungere l’89% in percorsi che vanno dagli 8 ai 12 incontri.

Perdita di peso: Aiuta a cambiare il rapporto con il cibo, migliorare l’autocontrollo e ridurre gli impulsi emotivi che portano a mangiare in eccesso. In questo caso, puoi immaginare una persona che mangia in modo compulsivo: questa può affidarsi all’ipnosi per associare il cibo alla soddisfazione reale e non emotiva, imparando a gestire le voglie impulsive.

Insonnia: Tecniche ipnotiche possono favorire il rilassamento profondo, aiutando il cervello a entrare naturalmente in uno stato di riposo (Agard et al., 2016).

Dolore cronico e disturbi psicosomatici: quando la mente amplifica la sofferenza

L’ipnosi è uno strumento incredibile anche per la gestione del dolore, tanto che è stata utilizzata persino in chirurgia senza anestesia. Il principio è semplice: il cervello è il processore centrale del dolore e può essere rieducato a ridurre la percezione dolorosa.

Infatti l’ipnosi riduce l’attività della corteccia somatosensoriale primaria, abbassando la percezione del dolore (Faymonville et al., 1995).

Il che la rende utile anche per la gestione de dolore cronico, come emicranie, fibromialgia, sindrome dell’intestino irritabile e dolori muscolari persistenti.

Infine ha un effetto ampiamente positivo anche sui Disturbi psicosomatici: Dermatiti, disturbi gastrointestinali e dolori inspiegabili possono essere alleviati lavorando sulle componenti psicologiche.

Un esempio pratico viene riportato da Whorwell e colleghi (2008): un paziente con sindrome dell’intestino irritabile può usare l’ipnosi per ridurre la tensione intestinale e migliorare la digestione, con effetti spesso superiori a quelli dei farmaci.

Ipnosi e sessualità: migliorare la performance e il piacere

La sessualità è profondamente influenzata dalla mente: ansia, stress, traumi e convinzioni limitanti possono ridurre il desiderio e compromettere la performance. L’ipnosi può aiutare a migliorare la vita sessuale in diversi modi:

  • Ansia da prestazione e disfunzione erettile: L’ipnosi può ridurre il dialogo interno negativo e creare una maggiore connessione con il proprio corpo. Ad esempio, un paziente che ne soffre può usare l’ipnosi per spezzare il ciclo di preoccupazione e tensione, recuperando la spontaneità del rapporto.
  • Eiaculazione precoce e anorgasmia: Lavorando sul controllo mentale e sull’ascolto delle sensazioni corporee, si possono ottenere miglioramenti significativi.
  • Desiderio sessuale ridotto: L’ipnosi aiuta a superare blocchi emotivi e a potenziare l’intensità del piacere sessuale.
  • Vulvodinia: L’ipnosi si è mostrata estremamente efficace anche nella riduzione del dolore vulvare.
L’ipnosi lavora sulle cause profonde della disfunzione erettile

L’ipnosi è efficace solo se utilizzata da professionisti qualificati

Arrivati a questo punto è indispensabile chiarire che, per quanto l’ipnosi sia uno strumento straordinario, è efficace solo se utilizzata in un contesto sicuro e professionale, da che si tratta di una tecnica clinica.

L’errore più comune è credere che l’ipnosi, da sola, possa risolvere qualsiasi disagio. In realtà, è solo uno strumento all’interno di un percorso psicologico più ampio. Senza una valutazione clinica approfondita, si rischia di intervenire sul sintomo senza comprendere le cause profonde, creando soluzioni temporanee che non durano nel tempo.

Ad esempio:

  • Una persona che soffre di attacchi di panico può essere ipnotizzata per ridurre l’ansia, ma senza affrontare le radici del problema, il panico potrebbe manifestarsi in altre forme.
  • Un soggetto con difficoltà relazionali può usare l’ipnosi per migliorare la sicurezza in sé stesso, ma se non lavora sulle sue dinamiche profonde, le difficoltà potrebbero ripresentarsi.
  • Qualcuno che desidera smettere di fumare può ottenere un beneficio immediato dall’ipnosi, ma senza comprendere il motivo per cui ha sviluppato l’abitudine, potrebbe sostituire il fumo con un’altra dipendenza.

È fondamentale sottolineare che l’ipnosi non è un’alternativa alla psicologia, ma uno strumento che deve essere utilizzato da psicologi formati, che abbiano una conoscenza approfondita della psiche umana e delle sue dinamiche.

Affidarsi a chi utilizza l’ipnosi senza una preparazione adeguata può essere non solo inefficace, ma in alcuni casi persino dannoso, perché può portare a semplificazioni eccessive o alla mancata individuazione di problematiche più complesse.

Come capire se l’ipnosi è adatta a te?

L’ipnosi è uno strumento straordinario, ma non è adatta a tutti e non è una bacchetta magica. Funziona molto bene in alcune situazioni, ma richiede motivazione, apertura mentale e un obiettivo chiaro.

Ecco alcuni criteri per capire se potrebbe essere la scelta giusta per te.

Sei una persona che vuole migliorare un aspetto della propria vita?

L’ipnosi aiuta chi desidera:

  • Ridurre ansia e stress
  • Superare paure e blocchi emotivi
  • Migliorare la propria performance (lavorativa, sportiva, sessuale, ecc.)
  • Cambiare abitudini indesiderate (fumo, alimentazione, insonnia)
  • Gestire il dolore cronico o i disturbi psicosomatici

Se il tuo obiettivo rientra in questi ambiti, l’ipnosi potrebbe essere molto efficace.

Sei disposto a collaborare?

L’ipnosi non è qualcosa che “subisci”, ma un processo attivo in cui il paziente e il terapeuta lavorano insieme. Se sei aperto all’esperienza e pronto a seguire le indicazioni dell’ipnotista, i risultati saranno molto più rapidi ed efficaci.

Hai mai vissuto stati di assorbimento totale?

  • Ti capita di perderti nei tuoi pensieri mentre guidi o leggi?
  • Sei capace di immaginare scene vividamente?
  • Ti emozioni facilmente guardando un film o ascoltando musica?

Se la risposta è sì, sei probabilmente una persona molto ricettiva all’ipnosi, perché già sperimenti stati simili nella vita quotidiana.

Quando l’ipnosi NON è consigliata?

L’ipnosi non è indicata per:

  • Persone con gravi disturbi psichiatrici non trattati (es. psicosi)
  • Chi cerca una soluzione magica senza voler fare alcuno sforzo
  • Chi è eccessivamente scettico e non vuole lasciarsi guidare

L’ipnosi è efficace, ma non è una terapia miracolosa. Richiede partecipazione attiva e continuità per ottenere risultati concreti.

Se hai letto fino a qui e ti riconosci nei profili indicati, è molto probabile che l’ipnosi possa essere un valido strumento per te.

Perché scegliere un percorso di ipnosi con un professionista?

Probabilmente l’ipnosi ha catturato il tuo interesse e ti stai chiedendo: “È la scelta giusta per me?”.

La risposta dipende da chi ti guida nel percorso.

Non lo ripeterò mai abbastanza: l’ipnosi non è una formula magica, ma uno strumento clinico potente, e per ottenere risultati reali è essenziale affidarsi a un professionista qualificato.

Personalizzazione: ogni mente è unica

L’ipnosi non funziona con un approccio “taglia unica”. Ogni persona ha blocchi, credenze e bisogni diversi. Un professionista esperto sa come:

  • Adattare le tecniche ipnotiche alla tua personalità e al tuo obiettivo.
  • Utilizzare le suggestioni giuste, evitando quelle che potrebbero essere inefficaci o controproducenti.
  • Integrare l’ipnosi con altri strumenti psicologici, per ottenere cambiamenti più profondi e duraturi.

Un percorso di ipnosi guidato non si limita a farti “rilassare”: ti aiuta a riprogrammare schemi mentali, trasformando il tuo modo di pensare e reagire.

La sicurezza di un metodo professionale

L’ipnosi praticata da un esperto è:

  • Sicura: non ha effetti collaterali se eseguita correttamente.
  • Efficace: la ricerca dimostra che è uno strumento valido per ansia, dolore, abitudini indesiderate e prestazioni mentali.
  • Etica: un professionista rispetta i tuoi tempi e i tuoi limiti, senza mai forzare nulla.

Molti tentano l’autoipnosi o seguono video generici online, ma senza una guida esperta è difficile ottenere risultati reali. Un percorso strutturato è la chiave per il successo.

Come iniziare?

Se vuoi scoprire se l’ipnosi è lo strumento giusto per te, il primo passo è prenotare un incontro conoscitivo, in cui:

  • Valuteremo il tuo obiettivo e il miglior approccio per te.
  • Ti spiegherò come funzionerà il percorso.
  • Potrai fare tutte le domande di cui hai bisogno per sentirti sicuro.

L’ipnosi può migliorare la tua vita, ma il segreto sta nel farsi guidare da chi sa usarla con competenza e responsabilità. Se vuoi provare, contattami per una consulenza iniziale!

Domande frequenti sull’Ipnosi

  • L’ipnosi è pericolosa?

    No, l’ipnosi è una tecnica sicura quando praticata da un professionista qualificato. Non ci sono effetti collaterali negativi e il paziente è sempre consapevole.

  • Posso rimanere “bloccato” in ipnosi?

    Assolutamente no. L’ipnosi è uno stato naturale da cui si può uscire in qualsiasi momento, anche senza l’intervento dell’ipnotista.

  • L’ipnosi funziona su tutti?

    La maggior parte delle persone è ipnotizzabile, anche se in modi diversi. Chi è più predisposto alla concentrazione e all’immaginazione può rispondere meglio.

  • L’ipnosi può farmi fare qualcosa contro la mia volontà?

    No. Durante l’ipnosi, il libero arbitrio rimane intatto. Non è possibile manipolare una persona per farle compiere azioni contrarie ai suoi principi.

  • L’ipnosi è solo rilassamento?

    No. L’ipnosi può includere rilassamento, ma il suo scopo è modificare percezioni, abitudini e comportamenti attraverso il lavoro con l’inconscio.si è solo rilassamento?

  • L’ipnosi aiuta davvero con ansia e stress?

    Sì, studi scientifici dimostrano che l’ipnosi riduce i livelli di ansia e aiuta a gestire lo stress, migliorando il benessere generale.

  • L’ipnosi può migliorare la vita sessuale?

    Sì, può essere utile per l’ansia da prestazione, la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce e il potenziamento del desiderio e del piacere.

  • L’ipnosi aiuta a smettere di fumare o perdere peso?

    Sì, è efficace nel modificare schemi mentali legati alle dipendenze e alle abitudini alimentari, aiutando a ottenere cambiamenti duraturi.

  • Quante sedute servono per vedere risultati?

    Dipende dall’obiettivo e dalla persona. Alcuni riscontrano un ottimo miglioramento dopo 1-2 sedute, altri richiedono più incontri per consolidare il cambiamento.

Bibliografia

  • American Psychological Association (2014). Definition of Hypnosis. American Psychological Association.
  • Barabasz, A., & Barabasz, M. (2008). Clinical and Experimental Hypnosis in Medicine, Dentistry, and Psychology. Routledge.
  • Bányai, É. I., & Hilgard, E. R. (1976). A comparison of active-alert hypnotic induction with traditional relaxation induction. Journal of Abnormal Psychology, 85(2), 218-224.
  • Derbyshire, S. W. G., Whalley, M. G., Stenger, V. A., & Oakley, D. A. (2004). Functional imaging of hypnosis and pain control. Psychosomatic Medicine, 66(3), 334-344.
  • Elkins, G., Barabasz, A., Council, J. R., & Spiegel, D. (2015). Advancing Research and Practice: The Revised APA Division 30 Definition of Hypnosis. American Journal of Clinical Hypnosis, 57(4), 378-385.
  • Elkins, G. R., Johnson, A. K., & Fisher, W. I. (2012). Clinical hypnosis for pain control. The American Psychologist, 67(6), 495-510.
  • Faymonville, M. E., Laureys, S., Degueldre, C., Del Fiore, G., Luxen, A., Franck, G., Lamy, M., & Maquet, P. (2000). Neural mechanisms of antinociceptive effects of hypnosis. Anesthesiology, 92(5), 1257-1267.
  • Hilgard, E. R. (1977). Divided Consciousness: Multiple Controls in Human Thought and Action. Wiley.
  • Jensen, M. P., & Patterson, D. R. (2014). Hypnotic analgesia for chronic pain: Mechanisms, efficacy, and application. The American Psychologist, 69(2), 167-177.
  • Kirsch, I., Montgomery, G., & Sapirstein, G. (1995). Hypnosis as an adjunct to cognitive-behavioral psychotherapy: A meta-analysis. Journal of Consulting and Clinical Psychology, 63(2), 214-220.
  • Lynn, S. J., Kirsch, I., Halligan, P. (2008). Hypnosis and the Science of Suggestion. Psychological Science, 17(3), 143-148.
  • Montgomery, G. H., DuHamel, K. N., & Redd, W. H. (2000). A meta-analysis of hypnotically induced analgesia: How effective is hypnosis?. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis, 48(2), 138-153.
  • Oakley, D. A., & Halligan, P. W. (2013). Hypnosis and the Brain: Functional Neuroimaging Studies. Contemporary Hypnosis & Integrative Therapy, 30(2), 123-145.
  • Pintar, J., & Lynn, S. J. (2008). Hypnosis: A Brief History. Wiley-Blackwell.
  • Raz, A. (2011). Hypnosis and the Brain: State and Trait. The American Journal of Clinical Hypnosis, 54(2), 89-102.
  • Spiegel, D., & Spiegel, H. (2004). Trance and Treatment: Clinical Uses of Hypnosis (2nd ed.). American Psychiatric Publishing.
  • Whorwell, P. J., Prior, A., & Colgan, S. M. (1984). Hypnotherapy in irritable bowel syndrome: A large-scale audit of a clinical service with examination of factors influencing responsiveness. Gut, 33(8), 1069-1072.
  • Woody, E., & Szechtman, H. (2011). Fobia e Ipnosi: Studi sulle risposte cerebrali. Neuropsychologia, 49(4), 731-744.

Lascia un commento